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Mosche – Moscerini – Mosconi


MOSCERINI DELL’ACETO – MOSCERINI DELLA FRUTTA

Ord.: Ditteri – Sott.Ord.: Brachiceri – Fam.: Drosofilidi – Gen.: Drosophila

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Il genere Drosofila, cosmopolita, comprende diverse specie, tutte attratte dalla frutta (Es. Drosophila melanogaster). Questi moscerini vivono su sostanze in fermentazione, dove depongono le uova. Le larve si nutrono soprattutto di lieviti, tra cui la famosa “madre” dell’aceto. Sono infestanti dell’industria enologica, di quella della birra, degli impianti di lavorazione di succhi di frutta, di frutta sott’alcool. Li ritroviamo anche nei mercati, negozi ortofrutticoli, giardini, case, enoteche, birrerie, ristoranti, mense, bar, cassonetti di rifiuti organici, etc.
L’adulto è lungo fino a 4 mm, il corpo è di colore giallo-marrone, con linee trasversali nere sul segmento addominale, gli occhi sono rossi. Vive circa 2 settimane ed è estremamente prolifico. Ogni femmina può produrre fino a 600 uova, che si schiudono in circa 24 ore. Le larve sono vermetti biancastri, con apparato boccale scuro. Esse si trasformano in pupe in circa 5 giorni e dopo altri 5 giorni subiscono la metamorfosi in adulti. I moscerini sono vettori di virus e batteri responsabili di parecchie malattie, soprattutto gastroenteriti, salmonellosi e dissenteria.

MOSCA DOMESTICA

Ord.: Ditteri – Sott.Ord.: Brachiceri – Fam. Muscidi – Gen.: Musca – Sp.: Musca domestica

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È un insetto cosmopolita, che accompagna l’uomo praticamente ovunque. Si nutre di ogni sostanza liquida o semiliquida che possa raggiungere: liquame colante o marcescente di qualsiasi derrata di origine vegetale o animale fresca o in decomposizione (frutta, ortaggi, carni, ecc.), escrementi, gocce di acqua o liquidi zuccherini (latte, marmellate, miele). Inoltre l’adulto è capace di liquefare con la sua saliva sostanze solide solubili, come lo zucchero, per poi succhiarlo con la proboscide. La mosca, mentre si nutre, spesso rigurgita una parte del suo precedente pasto ed è soprattutto per questo, oltre che per il contatto e per le sue feci, che risulta particolarmente pericolosa come vettore di germi delle più svariate malattie (batteri patogeni, uova di parassiti, elminti, protozoi dissenteria, diarrea, febbre tifoidea, salmonellosi, tubercolosi, colera, antrace…). L’adulto misura 6-8 mm di lunghezza, con apertura alare di 10-15 mm; è di colore grigio bruno con 4 fasce longitudinali nere sul torace prominente e possiede un solo paio di ali, che a riposo sono distese e divaricate. Le zampe, 3 paia, sono dotate di piccoli rilievi ghiandolari, che gli permettono di camminare anche su pareti verticali e soffitti. Possiede apparato boccale di tipo lambente e succhiante. Ha una vita che dura fino a 30 giorni ed è estremamente prolifico. Attivo solo nelle ore diurne, o con la luce artificiale, può percorrere in volo anche 10 Km. Ogni femmina produce fino a 1000 uova, bianche di forma ellittica, lunghe circa 1 mm, che vengono generalmente deposte in gruppi da 100-150 unità, in profondità nel substrato alimentare, quale escrementi e sostanze organiche in decomposizione. Esse si schiudono in 8-48 ore. Le larve lunghe fino a 20 mm sono biancastre-giallognole, con apparato boccale scuro. Entro 4-7 giorni (40 nei mesi invernali) si trasformano in pupe, da cui dopo 3-4 giorni (30 nei mesi invernali), fuoriescono gli adulti. Nei mesi molto freddi la riproduzione cessa e la mosca sverna sotto forma di adulto o pupa, ma nei climi molto caldi è continua. In Italia può arrivare fino a 15 generazioni l’anno.

PICCOLA MOSCA DOMESTICA

Ord.: Ditteri – Sott.Ord.: Brachiceri – Fam. Muscidi – Gen.: Fannia – Sp.: Fannia canicularis

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Questa mosca si rinviene facilmente negli allevamenti avicoli, ove si riproduce nei letami dei volatili. È facile comunque trovarla in tutti i substrati in decomposizione, nutrendosi preferibilmente di escrementi e sostanze marcescenti, ma in generale è onnivora. Sia come abitudini, che aspetto è molto simile alla mosca domestica. È lunga circa 5-6 mm, con apertura alare di 12 mm, per cui un po’ più piccola. È di colore grigio-bruno con 3 fasce longitudinali nere sul torace e un’estesa macchia gialla alla base dell’addome. Ha un solo paio di ali, che a riposo sono parzialmente sovrapposte lungo il dorso, 3 paia di zampe e un apparato boccale di tipo lambente e succhiante. Le uova vengono deposte nei liquami e nei substrati fecali semiliquidi e si schiudono in 1-2 giorni (4 giorni nei mesi invernali). Le larve, lunghe fino a 6 mm, sono piatte, di colore grigio-marrone, ricoperte da processi a forma di pelo, che le aiutano nel movimento, essendo apode, e preferiscono substrati semi liquidi. Dopo 8-10 giorni, si impupano in ambienti più asciutti e l’adulto fuoriesce dopo circa 10 giorni. Con le basse temperature l’intero processo è più lento. La piccola mosca domestica vive fino a 30 giorni, resiste bene anche alle basse temperature e sverna come pupa, sebbene gli adulti rimangano attivi tutto l’anno, per cui la riproduzione è quasi continua, soprattutto nei climi caldi. Trascorre molto tempo in volo e si riposa meno rispetto alla mosca domestica, inoltre le femmine tendono a rimanere vicine ai siti di riproduzione e solo i maschi migrano. Per questo motivo, sebbene sia vettore di molte malattie, il rischio di trasmissione delle stesse è inferiore, per cui è meno pericolosa della mosca domestica.

MOSCA DEL FORMAGGIO

Ord.: Ditteri – Sott.Ord.: Brachiceri – Fam.: Piofilidi – Gen.: Piophila – Sp.: Piophila casei

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È una piccola mosca lunga circa 4 mm, cosmopolita. Il corpo è di colore nero-bluastro o bronzo, con chiazze gialle su capo, antenne e zampe (3 paia). Possiede 2 ali di colore iridescente, che a riposo sono sovrapposte sul dorso. Viene considerata un insetto spazzino di prodotti animali e di funghi, infatti la larva infesta salumi, pesce affumicato, formaggi e animali in decomposizione (per questo utilizzata anche in entomologia forense). La larva bianca, lunga circa 8 mm di lunghezza, se disturbata è capace di saltare fino a 15 cm in aria. In molte regioni italiane, le larve di questa mosca sono introdotte intenzionalmente nel formaggio, per ottenere prodotti tipici (sebbene questa pratica non sia approvata dalle normative vigenti). Ha un ciclo vitale molto veloce, le uova, deposte nel substrato, si schiudono in 1-2 giorni e qui le larve si nutrono, liquefacendo l’alimento, per 1-2 settimane. Quando sono pronte a impuparsi si piegano a “U” e poi, rilasciando la muscolatura, saltano fuori dal formaggio. Le larve si impupano quindi fuori dal substrato alimentare e dopo una settimana fuoriescono le mosche adulte. Sia le larve che gli adulti sono vettori di moltissime malattie, soprattutto gastrointestinali e le larve sono responsabili anche di miasi, sia per l’uomo, che gli animali.

MOSCA CAVALLINA o MOSCA DELLE STALLE

Ord.: Ditteri – Sott.Ord.: Brachiceri – Fam.: Sarcophagidi – Gen.: Stomoxys – Sp.: Stomoxys calcitrans

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La mosca cavallina è di aspetto è simile alla mosca domestica, ma è più tozza e lunga (da 7 a 10 mm) e possiede un apparato boccale di tipo pungente-succhiante. Il corpo, ricoperto di fine peluria grigiastra è di colore grigio chiaro, con 3 strisce scure longitudinali sul dorso e macchie circolari scure sull’addome. Ha 2 ali e 3 paia di zampe. È un insetto ematofago, ossia si nutre di sangue, ed è caratterizzato da una spiccata aggressività e voracità, tanto che spesso rimane attaccato alla vittima anche per alcuni minuti. Predilige punti particolarmente carnosi, come petto o fasce muscolari, ma anche zampe. Punge generalmente gli animali, ma occasionalmente può attaccare anche l’uomo. Vive generalmente in aree rurali, all’aperto, negli allevamenti e nelle aree litorali, ove si ripara su vegetazione o muri al sole, ma comunque sempre vicino alle sue vittime. Solo dopo aver effettuato 6 pasti di sangue, depone le uova nelle concimaie, letamai, canali di scarico o nei mucchi di alghe. Esse si schiudono in 1-4 giorni (a seconda del clima) e fuoriescono delle larve, lunghe 5-12 mm, di colore bianco giallognolo, che si nutrono di letame. Dopo 11-30 giorni si impupano e in 6-20 giorni fuoriescono gli adulti. Questo insetto ha una vita piuttosto breve, i maschi muoiono subito dopo l’accoppiamento e le femmine, dopo la deposizione delle uova. La mosca cavallina è pericolosa, in quanto può provocare nel bestiame anemia, perdita di peso e riduzione della produzione di latte, oltre a favorire la diffusione di malattie (febbre equina, brucellosi, influenza suina) e parassitosi, con gravi danni economici per gli allevatori.

MOSCA CARNARIA

Ord.: Ditteri – Sott.Ord.: Brachiceri – Fam.: Sarcophagidi – Gen.: Sarcophaga – Sp.: Sarcophaga carnaria

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Si tratta di un grosso moscone, lungo circa 10-14 mm, di colore grigio chiaro, con 3 bande scure longitudinali sul torace e punti quadrati grigi e scuri alternati sull’addome appuntito. Ha 3 paia di zampe nere, lunghe, con femori possenti e interamente ricoperte da peli, come il resto del corpo. Gli occhi sono rossi. Si nutre di carne, per cui può facilmente essere rinvenuto in macellerie e macelli, nelle discariche, sulle carogne, sulle ferite infette di animali, sugli escrementi e più raramente nelle abitazioni. È viviparo, ossia depone direttamente larve vive su qualunque substrato, ma preferibilmente su carne in putrefazione o fresca e sul letame. La larva, comunemente chiamata “bigattino”, viene utilizzata come esca per la pesca, è grossa e resistente, di colore biancastro e lunga 15-18 mm. È facile trovarla soprattutto sulle carogne (per questo utilizzata anche in entomologia forense). Dopo circa 4 giorni le larve si impupano e dopo altri 4 giorni nascono gli adulti. Il ciclo vitale è di circa 20 giorni. Svernano sotto forma di larve ibernanti. Sia le larve che gli adulti sono vettori di moltissime malattie, soprattutto gastrointestinali e le larve sono responsabili anche di miasi, sia per l’uomo, che per gli animali.

MOSCA BLU DELLA CARNE

Ord.: Ditteri – Sott.Ord.: Brachiceri – Fam.: Calliphoridi – Gen.: Calliphora – Sp.: Calliphora erythrocephala (vicina) / Calliphora vomitoria

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Sono mosconi molto grandi, lunghi circa 11-14 mm, con il torace scuro è l’addome blu metallizzato, molto tozzo e corto. L’intero corpo è ricoperto di setole, più fitte sull’addome. Hanno 2 ali, 3 paia di zampe e occhi rossastri. Le due specie sono molto simili tra loro e si differenziano per particolari caratteristiche della testa e dei genitali. Si alimentano di carne in putrefazione e fresca e di escrementi, nonché del nettare e polline dei fiori molto odorosi, fungendo da impollinatori. Prediligono discariche, macellerie, carogne ed escrementi, ma posso entrare anche nelle abitazioni. Il loro volo provoca un forte ronzio. Quando trovano del cibo, emettono un feromone, che serve per allertare i compagni. Le uova vengono deposte nel substrato alimentare, soprattutto carogne, e si schiudono in 8-10 ore. Le larve sono biancastre e carnose, lunghe circa 10 mm e si impupano dopo 10-20 giorni, scegliendo un posto preferibilmente asciutto. Nei mesi invernali gli adulti e le pupe si ibernano per lo svernamento. Le larve di Calliphora vengono comunemente usate come esche per la pesca e anche in entomologia forense. Sia le larve che gli adulti sono vettori di moltissime malattie, soprattutto gastrointestinali e le larve sono responsabili anche di miasi, sia per l’uomo, che per gli animali.

MOSCA VERDE

Ord.: Ditteri – Sott.Ord.: Brachiceri – Fam.: Calliphoridi – Gen.: Lucilia – Sp.: Lucilia sericata

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È una mosca lunga 6-9 mm, con torace e addome di colore verde bottiglia metallizzato, entrambi ricoperti da setole. Sul torace presenta 3 scanalature trasversali e i punti di inserzione delle 2 ali sono di colore giallo. Ha 3 paia di zampe nere, occhi rossi e apparato boccale di tipo lambente e succhiante. Si trova sia in ambiente urbano, che rurale. Grazie al suo potente olfatto, è una delle prime specie ad arrivare sulle carcasse. Qui depone le sue uova, da cui, dopo 9 ore o 3 giorni, a seconda della temperatura, escono larve biancastre, di forma conica, lunghe 10-14 mm, che in 3-10 giorni si impupano e dopo 6-14 giorni fuoriescono gli adulti. Preferisce vivere in ambienti aperti e soleggiati e raramente entra nelle abitazioni. L’adulto si nutre principalmente di polline e nettare, mentre le larve si nutrono di carne in putrefazione (per questo sono utilizzate anche in entomologi, a forense). Può capitare inoltre che le uova vengano deposte nella lana delle pecore e le larve che fuoriescono si insinuano nel vello fino a raggiungere la cute, di cui si nutrono, provocando ferite e lesioni infettate da batteri. Sia le larve che gli adulti sono vettori di moltissime malattie, soprattutto gastrointestinali e le larve sono responsabili anche di miasi, sia per l’uomo, che gli animali. In medicina, le larve di questa mosca, opportunamente disinfettate, vengono impiegate in casi particolari, per rimuovere i tessuti necrotici delle ulcerazioni.

TAFANO

Ord.: Ditteri – Sott.Ord.: Brachiceri – Fam.: Tabanidi

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I tafani, talvolta erroneamente definiti “mosche cavalline” (nome attribuito invece alla Stomoxys calcitrans), sono insetti molto noti a causa della ricorrente ematofagia delle femmine. Ne esistono circa 4.400 specie classificate divise in 4 grandi Sottofamiglie: Chrysopinae, Pangoniinae, Scepsidinae e Tabaninae.
Hanno un corpo massiccio, ricoperto di peluria, lungo dai 5 ai 30 mm, con colorazioni variabili a seconda della specie tra nero, grigio, bruno e giallastro. La testa e grande e gli occhi sono iridescenti e sporgenti. L’apparato boccale è di tipo perforante – succhiante nella femmina ematofaga e succhiante – non perforante nel maschio di tutte le specie e nelle femmine non ematofaghe. Hanno 3 paia di zampe e 2 ali con struttura primitiva. L’apparato boccale pungente ha la conformazione di un breve pungiglione atto a lacerare, più che a perforare, la cute dell’ospite, per succhiarne il sangue.
Il ciclo vitale consta di una generazione l’anno e lo svernamento avviene sottoforma di larva. Le uova vengono deposte in ammassi compatti sulle piante erbacee o altri supporti, sopra i substrati adatti alla crescita delle larve, che appena nate si lasciano cadere. La larva ha un corpo di forma cilindrica, affusolato nella zona cefalica, provvista di una robusta capsula. Essa predilige ambienti umidi, semiacquatici o acquatici, quali aree in prossimità di corsi d’acqua, paludi, stagni, terreni umidi o altri substrati con simili caratteristiche, ove generalmente preda altri invertebrati, perforandone il tegumento e conficcandovi il capo, per alimentarsi. Le larve di altre specie, invece, si nutrono di piante acquatiche. In primavera le larve mature cercano un riparo asciutto e sotterraneo, ove completano lo sviluppo, con un singolo stadio privo di bozzoli o pupari e in estate sfarfallano gli adulti, che generalmente hanno vita breve. I maschi adulti si nutrono di nettare e di altri succhi, le femmine invece spesso sono anche ematofaghe, ossia hanno bisogno di pasti a base di sangue per portare a termine la maturazione delle uova, per cui infliggono dolorose punture sia all’uomo, che al bestiame e alcune specie anche a uccelli, roditori, rettili e anfibi. Gli attacchi sono insistenti e aggressivi e le punture si concentrano nella stessa parte colpita, soprattutto capo e gambe. Pare siano attratte dai colori scuri e agiscono di giorno, all’aperto. Vivono in ambienti rurali o forestali, vicino ai ricoveri e pascoli degli animali. Sono buoni volatori, ma tendenzialmente rimangono nei pressi delle loro vittime. I Tafani sono pericolosi, in quanto vettori meccanici di virus, batteri, protozoi, nematodi, che prelevano accidentalmente, per contatto con il sangue di un ospite infetto e poi trasferiscono alla vittima successiva. Possono provocare nel bestiame stress, anemia, inappetenza, riduzione della produzione di latte e calo del peso corporeo, oltre a favorire la diffusione di malattie (febbre equina, brucellosi, influenza suina) e parassitosi, con gravi danni economici per gli allevatori. Inoltre le loro dolorose punture provocano reazioni allergiche, con dermatiti, gonfiori, prurito, fino allo shock anafilattico.