Disinfestazioni SISDisinfestazioni SIS

WIKINFESTAZIONI

Imenotteri > Api

Api


Ord.: Imenotteri – SottOrd.: Apocrita – Sez.: Aculeata – SuperFam.: Apoidi – Fam. Apidi – Gen.: Apis

La famiglia delle Apidi, comprende circa 177 generi, tra cui la famiglia Apis e Bombus. Apis comprende 27 specie, quelle che possono essere allevate dall’uomo sono 2: Apis mellifera e Apis cerana. La prima è diffusa in tutti i continenti, a esclusione delle zone artiche e antartiche, la seconda è diffusa in particolar modo in India e nel Sud-Est asiatico.
L’ape è importante economicamente per la produzione di miele, pappa reale, propoli e cera e quale agente impollinatore in agricoltura.
In Europa le api sono una specie protetta, essendo presenti nella lista rossa europea delle api. In Italia esiste la legge n. 313 del 24 dicembre 2004 “disciplina dell’apicoltura” a tutela delle api da miele, perciò non è possibile effettuare interventi di disinfestazione contro le api e i loro nidi. Eventuali alveari insediatasi nei luoghi abitati, possono essere prelevati solo da apicoltori autorizzati.

API DA MIELE

Ord.: Imenotteri – SottOrd.: Apocrita – Sez.: Aculeata – SuperFam.: Apoidi – Fam. Apidi – Gen.: Apis – Sp.: Apis mellifera

Leggi la scheda

La specie Apis mellifera, possiede numerose sottospecie o varietà diffuse in Italia.

Descrizione
Sono insetti alati, lunghi da 12 a 20 mm, con corpo peloso e tozzo, di colore giallastro, a strisce marroni-brunastre o viceversa. Il corpo è costituito da capo, addome e torace. Il 1° segmento del torace è fuso con l’addome, come in tutti gli Imenotteri e si collega al 2° mediante un peduncolo. Molti dei peli che ricoprono il corpo delle api sono piumosi, per meglio raccogliere il polline. L’apparato boccale è di tipo lambente-succhiante. La lingula è molto lunga, adatta a raccogliere il nettare dei fiori. Le zampe posteriori sono molto allargate. Hanno 2 paia di ali membranose, le ali anteriori sono unite alle posteriori da una fila di minuscoli uncini. Le femmine operaie possiedono delle strutture speciali adibite al trasporto del polline, site sulle zampe posteriori o sull’addome. Si tratta di sacche costituite da 2 file di setole robuste e ricurve, che formano un cestello. Tutto il polline raccolto dai peli distribuiti sul corpo, viene spazzolato con le zampe anteriori e raccolto in queste sacche, per essere trasportato al nido. Le femmine sono dotate di un pungiglione avvelenato, posto all’estremità dell’addome, che viene utilizzato per difesa o come arma di combattimento. Quando l’ape punge un altro insetto, il pungiglione viene facilmente retratto, ma se punge animali o uomini, il pungiglione, essendo seghettato, si ancora ai tessuti della vittima e si strappa dal corpo dell’ape, che muore poco dopo. Pungendo l’ape inietta un veleno emolitico, neurotossico, contenente enzimi litici e anche istamina. La puntura è molto dolorosa e nell’uomo può creare arrossamenti, gonfiori, ematomi e allergie anche gravi, fino allo shock anafilattico. Anche una sola puntura può condurre alla morte un soggetto sensibile. Generalmente le api non sono aggressive, tranne che nel perimetro attorno all’alveare.

Caste
Le Api sono insetti sociali, ossia vivono in colonie organizzate: c’è la classe riproduttiva, costituita da una femmina fertile, la regina, (una sola per alveare) e dai maschi (fuchi), presenti solo nel periodo riproduttivo tra aprile e luglio. C’è poi la classe lavorativa, costituita dalle femmine sterili (operarie), che fungono da nutrici, costruttrici e riparatrici del nido, ricercatrici di cibo, produttrici di cera, miele, pappa reale e guardiane. Le tre caste hanno dimensioni e caratteristiche morfologiche diverse tra loro, ma sono tutte alate. Le colonie sono monoginiche, pluriannuali e generalmente sono composte da 1 regina, 40.000-100.000 operaie, 500-2.000 fuchi.
La regina è di dimensioni maggiori rispetto alle atre 2 caste, (17-20 mm), ha il pungiglione, ma a differenza delle operaie, essa è priva dell’apparato per la raccolta del polline, delle ghiandole faringee e delle ghiandole ceripare. Essa vive 4-5 anni e viene fecondata una sola volta, da parecchi fuchi, durante il volo nuziale. Ha il compito di deporre incessantemente le uova, tranne che nei mesi invernali e di assicurare la coesione della colonia. Produce due tipi di uova, quelle diploidi feconde, da cui nasceranno operaie o regine, a seconda della presenza o meno di un feromone, e quelle aploidi non fecondate, da cui nasceranno i fuchi. Le nuove regine e i fuchi vengono generati solo in primavera, prima del volo nuziale. Dopo la schiusa le larve per i primi 2 giorni sono tutte alimentate con pappa reale, dopodiché le larve dei fuchi e delle operaie ricevono principalmente miele e polline, mentre le larve delle regine continuano ad essere nutrite con pappa reale.
I maschi hanno solo il compito di fecondare le nuove regine e hanno vita breve. Sono più grandi delle operaie (15 mm), ma più piccoli della regina, non posseggono il pungiglione, hanno la ligula molto più corta di quella delle operaie, per cui non possono succhiare il nettare dai fiori, non hanno le sacche pollinee, né le ghiandole faringee e ceripare. Muoiono subito dopo l’accoppiamento.
Le operaie sono lunghe 12-13 mm, vivono circa 30-45 giorni e hanno vari compiti, ripartiti secondo le fasce di età, in base ai cicli di sviluppo e di regressione di alcune ghiandole esocrine. Dapprima, la giovane operaia si occupa di ripulire le celle di nuova costruzione o quelle che devono essere riutilizzate. Poi, con lo sviluppo delle ghiandole farigee, che producono la pappa reale, passa ad occuparsi del nutrimento delle larve. Successivamente avviene la regressione delle ghiandole faringee e lo sviluppo delle ghiandole addominali sericere, per cui il nuovo compito è quello di costruire favi. Poi passa all’esterno dell’alveare, all’inizio per la sola difesa, poi per raccogliere nettare e polline, divenendo “bottinatrice”. Compiuto un mese di vita rientra nell’alveare, ove si occupa della ventilazione e riscaldamento del nido, della sua pulizia e difesa, etc. Infine quando si avvicina la fine, si allontana per andare a morire lontano.

Abitudini
Le api comunicano tra loro attraverso segnali chimici, i feromoni, e speciali movimenti, dette danze. La regina ad esempio produce il feromone di coesione della colonia e il feromone che stabilisce la nascita delle operaie. C’è poi il feromone d’allarme, prodotto quando un’ape punge, per richiamare le sorelle e un altro feromone che viene prodotto per indicare la strada di ritorno all’alveare. Anche i fuchi rilasciano un feromone durante il volo nuziale. Tra le danze invece c’è ad esempio la danza circolare, per indicare l’ubicazione di una nuova fonte di cibo, la danza d’allarme e la danza della pulizia.
Nel momento in cui avviene la deposizione delle uova di futuri fuchi e regine, la vecchia regina cessa di produrre uova e cominciano i preparativi per la sciamatura; parte delle operaie cariche di scorte di miele e propoli seguiranno la vecchia regina, che lascerà l’alveare per andare a fondarne uno nuovo.
Nel vecchio alveare la prima regina che sfarfalla, sarà la regina unica. Essa infatti uccide tutte le pupe delle sorelle, e poi inizia il volo nuziale, seguita dai fuchi. Con l’accoppiamento i fuchi muoiono per la perdita dei genitali, che rimangono nella borsa copulatrice della femmina, mentre gli altri vengono uccisi dalle operaie o muoiono di inedia, non potendosi alimentare da soli.

Alimentazione
Le api adulte si nutrono di sostanze zuccherine, quali nettare e polline, con cui nutrono anche le larve, il compito di raccogliere nettare, polline e acqua è affidato alle api bottinatrici, dalla primavera all’inizio dell’inverno. Gli alimenti vengono utilizzati per nutrire le larve, la colonia e per accumulare le scorte invernali di miele (circa 30 kg), utilizzate quando la temperatura scende e il lavoro delle bottinatrici si ferma, per cui l’intera colonia si ripara nell’alveare. Questo lavoro cooperativo, permette alle api di sopravvivere anche nei mesi invernali. L’intera attività verrà ripresa non appena la temperatura tornerà mite. Il miele viene prodotto dalle api, mediante la lavorazione del nettare. Il propoli invece è una sostanza resinosa che le api raccolgono dalle cortecce e dalle gemme delle piante, elaborano con l’aggiunta di polline, cera ed enzimi, e utilizzano come materiale isolante, da costruzione, da rivestimento, da protezione, essendo dotato di proprietà antibatteriche, antivirali e conservanti.

Alveari
In libertà le api costruiscono i loro nidi negli alberi cavi, ma talvolta può capitare che si insedino nelle cavità degli edifici. Negli allevamenti i nidi vengono costruiti in apposite strutture dette arnie. Il nido detto alveare è formato da favi verticali, costruiti con la cera prodotta dalle operaie, lavorata con l’ausilio di altre operaie, che si adoperano a riscaldare l’ambiente per mantenere la temperatura adatta. Esso è costituito da cellette esagonali di eguale grandezza, a eccezione delle cellette reali, prodotte solo in primavera, più grandi, perché destinate a contenere le uova della casta riproduttiva. L’alveare è sempre mantenuto ad una temperatura intorno ai 30°-35°. L’estate per rinfrescarlo viene messo in atto un sistema di ventilazione, operato con lo sbattimento delle ali e l’ausilio di gocce d’acqua. L’inverno invece le api non escono dall’alveare e si ammassano attorno ai favi, producendo calore con movimenti del corpo e delle ali, e si nutrono delle scorte alimentari di miele accumulate.

BOMBI

Ord.: Imenotteri – SottOrd.: Apocrita – Sez.: Aculeata – SuperFam.: Apoidi – Fam. Apidi – Gen.: Bombus

Leggi la scheda

I bombi, erroneamente chiamati calabroni per il loro volo molto rumoroso, appartengono alla famiglia delle api. Sono grossi, molto pelosi, di colore nero, con grandi strisce chiare (gialle o bianche o arancioni). Le ali appaiono molto piccole, rispetto al tozzo corpo. Il pungiglione dei bombi non è seghettato, per cui è facilmente retrattile e possono colpire le vittime più volte, ma generalmente non sono aggressivi. Vivono in piccole colone costituite da un 100-300 esemplari. Le colonie sono annuali, come per le vespe sociali, costituite ogni primavera da una nuova regina fecondata in tarda estate, che ha svernato in ripari sicuri. Costruiscono nidi d’erba o di muschio, sopra o sotto il suolo, spesso usando vecchi buchi dei topi. All’interno dei nidi costruiscono delle celle di cera, in cui le operaie allevano le larve, con polline e miele. In agricoltura vengono usati solo come agenti impollinatori, in quanto la loro produzione di miele, avendo piccole colonie, è molto esigua.

API SOLITARIE

Ord.: Imenotteri – SottOrd.: Apocrita – Sez.: Aculeata – SuperFam.: Apoidi – Fam. Apidi – Gen.: Colletes, Anthophora, Xylocopa

Leggi la scheda

Anche tra le api ci sono specie solitarie, appartenenti ai generi: Colletes, Anthophora, Xylocopa (Es. Xilocopa Violacea detta Ape Carpentiera, o Legnaiola, di aspetto simile ai bombi, ma di colore nero-violaceo). Vengono spesso scambiate per calabroni a causa del loro volo rumoroso. Le femmine adulte si ibernano l’inverno e nidificano in primavera, scavando nei tronchi o nelle travi degli edifici, oppure nel terreno e nell’argilla soffice, un piccolo nido, costituito da poche cellette, rifornite di nettare e polline impastati, in ciascuna delle quali depongono 1 uovo. Le larve non verranno accudite e dovranno nutrirsi delle scorte alimentari lasciate.